Stamani all’alba – come tutti i giorni – sono andata a fare una corsa lungo un sentiero accanto ad un fiume, un posto bellissimo: da un lato la campagna e dall’altro l’argine costeggiato da piante selvatiche.
In questi giorni la campagna si presenta con il grano tagliato, i girasoli scuriti dal sole, le pesche, le pere e le mele nei frutteti…
Mi serve molto questo tempo sola con me stessa, per riflettere sugli episodi della mia vita.
Oggi però non ho corso, ho camminato: avevo ancora davanti agli occhi la cena di ieri sera con i miei.
La mia famiglia è molto numerosa- mia madre ha partorito tanti figli tutti vivi e sani, e mio padre ha lavorato e sudato per mantenerci insieme e ci ha educato tutti in modo rigido.
Tutti abbiamo studiato, e studiamo.
Tutti abbiamo la patente, e l’auto.
Non ci manca niente e mai ci è mancato.
Io, la più vivace di tutti, e allo stesso tempo la più permalosa.
Quella più emotiva, con la lacrima facile.
Il lavoro che mi sono scelta mi porta a dovermi dimostrare sempre sorridente e forte, ma a casa sono una "pappamolle".
Come stamani, mentre passeggiavo.
Pensavo ai volti dei miei segnati dalle rughe.
Un brutto pensiero improvviso mi ha fatto piangere.
Non vorrei mai perderli, vorrei uscire io dalla vita per loro o con loro.
Li amo tanto, ed averli visti ieri improvvisamente con altri occhi mi ha fatto capire quanto oggi siano fragili dopo tanti anni di costante lavoro e perseveranza.
Ho pianto perchè invece di dir loro che li amo, non faccio che rinfacciare constatemente i loro difetti.
Mi sono resa conto che non sono marziani, ma due persone straordinarie che non solo mi hanno dato la vita, ma mi hanno regalato amore ed hanno compiuto molti sacrifici per me e per farmi diventare quella che sono oggi.
Non li deluderò mai.
*romantica*